Amare con cuore puro

Passa L@ Parola

«Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili”. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”» Lc 17,10

Mese di Novembre

dedicato alle 

ANIME dei DEFUNTI

OPERA DI MISERICORDIA

TI ADORO O CROCE SANTA

Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue. Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me. Ti adoro, o Croce Santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Amen. 
(Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio. 
Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. 
Venne confermata dai Papi Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI). 

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Per la preghiera quotidiana

dal sito di Preg-audio https://www.preg.audio/emb/lit

da YouTube don Nicola Salsa

Vangelo del Giorno

Martedì della XXXII settimana delle ferie del Tempo Ordinario 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 17,7-10

7In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? 8Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? 9Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

Commento al Vangelo

Sant’Agostino (354-430) vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa

Omelia sul Vangelo di Giovanni, 14,5; CCL 36, 143-144 (trad. Nuova Biblioteca Agostiniana –riv.)

L’umile servizio

Prima della venuta del Signore Gesù, l’uomo riponeva in se stesso la sua gloria. E’ venuto come uomo per abbassare la gloria dell’uomo, e far crescere la gloria di Dio. Egli infatti è venuto senza peccato e ha trovato tutti col peccato. Ora, se egli è venuto per rimettere i peccati, è perché Dio è misericordioso: ma l’uomo dovrà riconoscerlo. Nella confessione l’uomo esprime la sua umiltà, nella misericordia Dio manifesta la sua grandezza.       Se dunque egli è venuto per rimettere i peccati dell’uomo, riconosca, l’uomo, la sua umile condizione, affinché Dio faccia risplendere la sua misericordia. “Egli deve crescere, io diminuire” (Gv 3,30). Cioè, egli deve dare, io ricevere; egli deve essere glorificato, io devo confessarlo. Riconosca l’uomo la sua posizione, la confessi a Dio, e ascolti l’Apostolo Paolo che dice all’uomo superbo e pieno di sé, che cerca di mettersi al di sopra degli altri: “Che cosa hai tu che non l’abbia ricevuto? e se appunto l’hai ricevuto, perché te ne glori, come se non l’avessi ricevuto” (1 Cor 4, 7)? Riconosca dunque l’uomo, che voleva attribuire a sé ciò che non era suo, riconosca che quanto ha lo ha ricevuto, e si umili; è bene per lui che in lui Dio sia glorificato. Diminuisca in se stesso, perché in lui cresca Dio.

Sinossi valtortiana ( Luca 17,7-10 )

Malumori dell’Iscariota, che provoca la lezione sui doveri e sui servi inutili.

Lectio Divina Carmelitani

LECTIO DIVINA – Novembre 2022

Passa_Parola

08/11/2022  Amare con cuore puro

Buon martedì.

“In che consiste dunque la felicità che scaturisce da un cuore puro? A partire dall’elenco dei mali che rendono l’uomo impuro, enumerati da Gesù, vediamo che la questione tocca soprattutto il campo delle nostre relazioni. Ognuno di noi deve imparare a discernere ciò che può “inquinare” il suo cuore, formarsi una coscienza retta e sensibile, capace di «discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2). Se è necessaria una sana attenzione per la custodia del creato, per la purezza dell’aria, dell’acqua e del cibo, tanto più dobbiamo custodire la purezza di ciò che abbiamo di più prezioso: i nostri cuori e le nostre relazioni. Questa “ecologia umana” ci aiuterà a respirare l’aria pura che proviene dalle cose belle, dall’amore vero, dalla santità.”

Papa Francesco https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/youth/documents/papa-francesco_20150131_messaggio-giovani_2015.html

AMICI E SERVITORI DELLA PAROLA

Martedì 08 novembre 2022 – XXXII Settimana del Tempo Ordinario

DALLA PAROLA DEL GIORNO

In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Lc 17,7-10

Come vivere questa Parola?

È forse un invito all’autolesionismo? A disprezzare noi stessi? È forse una parola che disprezza il nostro faticoso impegno nel servire il Signore? nulla di tutto ciò! Questa parabola che Gesù rivolge ai discepoli in forma di domanda è piuttosto un invito, che percorre tutto intero il Vangelo, ad assumere la statura di Cristo. Gesù ci prende per mano e, come è suo stile, con domande provocatorie, ci invita a contemplarlo come modello di umo nuovo a cui assomigliare. Chi di voi dunque agirà diversamente da quanto ha fatto questo padrone nei riguardi del suo servo il quale ha fatto tutto ciò per cui è costituito, cioè un servitore? Nessuno, nessuno di voi, ma io si. È Gesù stesso il servo inutile, “a-kreioi” scrive Luca, che cioè non cerca vantaggi, non trae utile per se stesso sa suo servizio, ma a vantaggio esclusivo del Padre e del suo progetto di recuperare l’uomo, umiliandosi fino alla morte di croce. Dentro questa parabola, se tendiamo l’orecchio, possiamo ascoltare l’eco della sconvolgente dichiarazione che Gesù rivolge ai discepoli nel contesto drammatico dell’ultima cena: “io non vi chiamo più servi, ma amici”. Il nostro servizio dunque nei riguardi del Signore e dei fratelli non deve tener conto di alcun utile da incrementare perché Cristo ci ha dato già tutto ciò di cui avevamo bisogno, con l’offerta di se stesso ci ha fatto dono totale e gratuito della sua amicizia, del suo amore.

La voce dei Pastori

Davanti a Dio non dobbiamo mai presentarci come chi crede di aver reso un servizio e di meritare una grande ricompensa. Questa è un’illusione che può nascere in tutti, anche nelle persone che lavorano molto al servizio del Signore, nella Chiesa. Dobbiamo, invece, essere consapevoli che, in realtà, non facciamo mai abbastanza per Dio. Dobbiamo dire, come ci suggerisce Gesù: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Questo è un atteggiamento di umiltà che ci mette veramente al nostro posto e permette al Signore di essere molto generoso con noi.

(Papa Benedetto XVI, 3 ottobre 2010)

Commento di don Fabrizio Meloni fabrizio.meloni@hotmail.it

Casa di Preghiera San Biagio www.sanbiagio.org  info@sanbiagio.org

Dal website laparola.it

Breviario Laico, I FIORI A SERA

8 Novembre 2022/in Riflessioni con Card. Ravasi

Si direbbe che l’anima dei giusti, come i fiori, emani più profumo verso sera.

Madame de Staël

Pensieri di malinconia possono attraversare la mente in una giornata quasi invernale, col sole che scompare presto e l’aria che rimane umida e cupa. Il crepuscolo, poi, è un simbolo universale per parlare della fine della vita e delle cose. Tempo fa mi era accaduto di avere tra le mani la prima edizione (1807) di un romanzo della famosa Madame de Staël, nemica di Napoleone e creatrice di un acclamato «salotto» politico-letterario: il titolo era Corinne ou l’Italie e si trattava di un’esile storia d’amore usata come pretesto per descrivere l’Italia, i suoi paesaggi, la sua arte e i suoi scrittori. Mi ricordo di aver allora annotato la frase che oggi riprendo in mano, proprio per contrastare l’uggia di questa giornata tardo-autunnale.

L’immagine è attraente: un fiore che esala profumo più intenso verso sera e forse anche prima di appassire. Così, dice la Staël, è per i giusti che, avanzando negli anni, diventano più luminosi e intensi nella loro testimonianza. È, questa, un’esperienza che spesso abbiamo fatto incontrando anziani meravigliosi e, per me e non pochi lettori, è forse un impegno che dobbiamo assumerci così da mettere una marcia in più all’ultima fase della nostra vita, come pregava un vecchio Salmista: «Ora, nella vecchiaia e nella canizie, Dio, non abbandonarmi, così che io annunzi la tua meraviglia e la tua potenza a tutte le generazioni» (Salmo71,18). Purtroppo, però, spesso così non accade e si registra quello che con amarezza scriveva il Petrarca: «I vecchi stanchi ch’hanno sé in odio e la soverchia vita!». Cerchiamo, invece, di non perdere il nostro profumo di fiori a sera.

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori

“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7 ).

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